Bicocca

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Fausto Melotti, La sequenza, Milano
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lunedì 17 aprile 2017

Atene # 03 - Il varco all'imprevedibile

Se abitassi ad Atene, comprerei un biglietto annuale per visitare l'Acropoli (cumulativo...). Il mio ateismo si scontra violentemente con la limpida e poliedrica religiosità del IV secolo (e non solo), l'umana rappresentazione del soprannaturale, la dignità che pervade ogni colonna, ogni traccia scultorea, ogni frammento di ciò che resta eternamente una pietra di bellezza.


Tempio di Atena Nike

L'arte non c'entra: l'ho capito lassù ma anche di sotto. Il cielo, con il suo azzurro profondo e mediterraneo, accende la perfezione, la deità si nasconde nel controluce, nell'erba spazzata dal vento o nelle metope, nella geometria piegata alla luce, nell'entasis di una colonna, negli occhi delle volute dei capitelli, nei volti e nelle vesti delle Cariatidi. 




Loggia delle Cariatidi, Eretteo
Eretteo



Capitello ionico

L'immensità del Partenone polverizza ogni dolore, ogni preoccupazione, ogni ricordo, ogni rassegnazione. 
Molti eventi inattesi portano a compimento gli dei: quello che ci aspettavamo non è accaduto, mentre il dio ha trovato un varco all'imprevedibile. (Euripide, Baccanti).
Tesoro per tempi bui.


Fregio orientale, Partenone






sabato 16 maggio 2015

La compagnia di Carrère

Ce l'ho fatta. Sono arrivata in fondo. Al "Regno" di Carrère, intendo. Un vero atto di fede,
è il caso di dire. A parte l'argomento Gesù e compagnia di giro, che non mi appassiona
(e questo è un male, denuncia infatti la mia ignoranza o almeno la mia conoscenza approssimativa), ho trovato le oltre 400 pagine un discorso lungo e a volte pedante, ahimè poco organico, ondeggiante fra la demolizione della figura di Paolo e l'interpretazione di quella di Luca, con qualche appassionante incursione storica (che mi avvicinava e incuriosiva) e qualche giustificazione personale (anche).
Ma: se ho resistito, lo devo alla scrittura di Carrère, restituita magnificamente dal traduttore Francesco Bergamasco. E fra molta ridondanza, le ultime venti pagine meritano da sole la fatica. Diciamo che non mi sento mai sola, quando leggo Carrère. Basta e avanza per leggerlo anche nelle notti difficili, quando la luce della coscienza non vuole affievolirsi.

venerdì 9 gennaio 2015

E domani?


La mia città è stravolta. Sono le quattro del pomeriggio, hanno chiuso la metropolitana, evacuato il Trocadero, chiuso gli studenti dentro le scuole di due arrondissements; dei pazzi invasati girano con kalashnikov e lanciarazzi e ammazzano non solo le persone e la libertà, ma anche il pensiero e il futuro. Chi parla di guerra santa, chi di inferno, chi di dialogo, chi di ovvie conseguenze, chi di democrazia, chi di barbarie. Io guardo questo importante pezzo di me che brucia, e riverbera in me il disprezzo per tutte le religioni, che da sempre annegano la ragione dell’uomo nella prevaricazione e nell’odio. Tanto dolore, tanto orrore e un gran vuoto dentro. E domani, vedremo cosa rimane.