Ieri infine mi sono incamminata verso Place de la République, risalendo il Blvd Voltaire. Era una bella giornata luminosa con il cielo limpido e mi sono fermata al bivio di fronte al Bataclan. La sua facciata colorata, ancora lì, l'insegna cambiata (adesso è nera). Una settimana prima di quel 13 novembre di sette anni fa ero qui, a Parigi, stranamente affollata di forze dell’ordine, gendarmes, soldati dai volti tesi. Poi avevo capito. Aspettavano, sospettavano. Novanta morti solo lì dentro. Il teatro ha riaperto un anno dopo. Ci ha cantato anche Mahmood, di recente. il 24 ottobre in programma c'è il concerto di Ghali. Stasera si esibisce il giovane artista inglese Cavetown. Per l’occasione dovranno sloggiare i clochard che ieri “abitavano” davanti all’entrata. Dal marciapiede opposto, con una certa angoscia, immagino i minuti di terrore, la concitazione, il buio, le raffiche di mitra. Non si esce più, da quel buio, temo. Eppure ho pensato che questo luogo rappresenti molto bene il concetto di ricominciare. Sempre. Il buio dentro, la luce fuori.
Ricominciare. Sempre. Le ferite dentro che non si chiudono ma i piedi che vanno avanti, le mani che ricompongono. Sempre.
RispondiElimina