I giorni passano e piano piano cancello dall’elenco delle cose che voglio vedere. Una di queste è il famoso 59 Rue de Rivoli, un palazzo (ex squat) che dai primi anni 2000 ospita una trentina di atelier di giovani artisti, a turno, una sorta di collettivo autogestito che promuove l’arte contemporanea e la rende fruibile a tutti. Ormai sono passati più di vent'anni dalla vecchia casa occupata (l’edificio apparteneva al fallito Crédit Lyonnais), ogni pomeriggio il 59 è affollato da centinaia di giovani ma anche di vecchi (e vecchie carampane, come me), in cerca di un po’ di vitalità, di immaginazione, di creatività alla portata di tutti. Sono cinque piani con una scala che si arrampica su se stessa fino in cima (c’è anche l’ascensore… benedetta sia l’attenzione per chi è handicappato o ha problemi di mobilità!... però traballa un po’…).
A ogni piano i diversi artisti si dividono lo spazio, lavorano “a vista”, invitano gli ospiti a taggare le loro opere su Ig, chiacchierano, ascoltano la musica dai piccoli stereo vecchio stile, quelli con il manico che si possono portare in giro.
Ho parlato con un paio di loro, del colore, dei materiali, sostanzialmente della gioia; uno mi ha offerto il tè, una ragazza giapponese che disegna con tratti sottilissimi di penna biro mi ha fatto sedere sulla sua poltrona per riposarmi. Si possono comprare le loro opere, dalle dimensioni più varie. Alcuni, in formato cartolina, sono in vendita a soli 10 o 20 euro. Per essere la prima visita (ci tornerò sicuramente), ho passato davvero un bel tempo e onestamente non so dire che cosa mi sarei portata a casa. Credo quasi tutto. Particolarmente l’energia calma e fiduciosa che regna sovrana lì dentro. Buttala via.
Così dovrebbe essere l arte, viva e vicina a tutti. Soprattutto la sua creazione, da entrarci dentro. Per capire e per goderne. Grazie.
RispondiEliminaPS credo ci siano due carnet n. 6.