Bicocca

Bicocca
Fausto Melotti, La sequenza, Milano

venerdì 28 novembre 2014

Parole senza volto e senza voce

C'è una corrente di pensiero che sostiene che non bisognerebbe mai conoscere di persona gli scrittori che amiamo, perché l'individuo - in sé - potrebbe deluderci o irritarci. 
La tentazione è tuttavia molto forte, c'è della morbosità: che faccia ha Carrère? come sorride (se sorride) McEwan? quanto è stronzo (se lo è) Carofiglio? Foster Wallace ce lo ricordiamo?
Le parole che ci confortano e che ci comprendono, ci esaltano, ci fanno ridere o piangere, corrispondono alle qualità della persona che le ha scritte? E poi, tutte 'ste marchette in televisione o nelle Feltrinelli di turno, cosa c'entrano con la scrittura?

Ieri, dopo aver letto una cosa, ho scritto a una persona: "Mai letto niente di Paolo Nori?" (secondo me potrebbe scivolargli dentro). Risposta: "Mi è  sempre  sembrato  antipatico". E in effetti, Nori non ispira simpatia. Semmai empatia. Ecco, io quando leggo Nori mi sento travolta dalla sua amarezza e dal suo disincanto, espresso con quel modo lì, quello stile che esonda sempre, una scrittura incontenuta, una massa di idee che passano attraverso il colino delle regole sintattiche, inarrestabili. Insomma, se non disturba, il suo flusso di pensieri è avvolgente, penetrante. Per me è consolatorio, nella sua profonda tristezza.
A suo tempo me l'ha consigliato la mia amica C. cui sono grata, oltre che per milioni di altre cose, anche per questo. Di lui ho letto:

Bassotuba non c’è
Si chiama Francesca, questo romanzo
Grandi ustionati
Pancetta
Noi la farem vendetta
La vergogna delle scarpe nuove
Mi compro una Gilera
La banda del formaggio (quello che stavo leggendo ieri...)
E poi ora è uscito quello nuovo, Siamo buoni se siamo buoni. 

Che è lì, che mi aspetta. Il libro, intendo, perché lui, Nori, non lo voglio né vedere né sentire.



giovedì 27 novembre 2014

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

La mia amica F. è una giornalista. Si occupa, con la serietà che la contraddistingue, di fitness e tematiche simili (per quanto queste si possano definire serie). La scorsa settimana mi ha girato un comunicato stampa che mi pregio di riportare in questo piccolo spazio, troppo spesso velato di amarezza, per regalare un soffio di ottimismo e di fiducia all'ipotetico lettore cui è destinato il prodotto. Mi permetto di operare qualche taglio, sostanzialmente l'informazione non ne perde. Se fra i miei lettori non ci fossero uomini d'affari in cerca di stimoli, non importa. Fate girare fra quanti invece ne potrebbero trarre vantaggio. Non ci resta che questo, per sorridere.

19 novembre 2014: 
LELO, il marchio svedese leader nei prodotti di lusso per la vita intima, ha svelato oggi un nuovo esclusivo sex toy dedicato agli uomini d’affari. Il nuovo PINO™ www.lelo.com/pino è il primo prodotto per il piacere creato per soddisfare gli eccessi e le voglie edonistiche di chi lavora nel mondo della finanza.

Steve Thomson, Manager per il Marketing Globale di LELO, ha dichiarato: “PINO™ è la migliore proposta stimolante al mondo, il non plus ultra degli anelli per la coppia, ed è rivolto ai Lupi di Wall Street e ai Gordon Gekko del nostro mondo. Abitualmente queste categorie sono poco soddisfatte e cercano nuove frontiere da superare; PINO™ vuole raccogliere queste richieste e offrire una nuova occasione per accendere con brio le loro vite”.

Gli uomini d’affari esigono e chiedono il meglio, non solo quando sono in ufficio, ma anche nella camera da letto; sia l’ampia crescita del settore, sia i recenti cambiamenti nei modelli di acquisto della clientela LELO, hanno portato a questo lancio:

- Il 6% degli acquisti fatti in rete nel 2014, con spedizioni nelle città di New York, Tokyo e Londra, è stato consegnato presso uffici o direttamente presso la borsa valori.

- Il 71% dei partecipanti al sondaggio sul sesso di LELO nella fascia di reddito oltre i 200.000 dollari l’anno possiede più di 5 prodotti LELO e chiede sempre nuovi oggetti per la stimolazione.

Cosa rende PINO™ speciale per gli uomini d’affari?

PINO™ sviluppa i tuoi capitali.
Il nuovo PINO™ è un esclusivo anello per la coppia, indossato dall’uomo durante il rapporto, creato in silicone elastico per soddisfare e potenziare, indipendentemente dalle misure. Il suo potente motore vibrante aumenta il piacere per lei e assicura che l’uomo chiuda sempre la trattativa con la partner.

Diversifica il tuo portfolio di posizioni
La forma versatile di PINO™ consente due modi di indossarlo in qualsiasi posizione scelta. Con 10 modalità di stimolazione, si differenzia da ogni altro anello per la coppia sul mercato, così l’uomo d’affari può soddisfare pienamente il proprio desiderio di sperimentare.

Promette un valido investimento a lungo termine
Quest’ultimo prodotto LELO, ricaricabile e completamente impermeabile, creato in silicone di altissima qualità, dura quanto 10.000 anelli monouso, e costituisce uno dei migliori investimenti sul mercato.

Eleganza che colpisce
PINO™ è confezionato in un lussuoso pacchetto regalo, foderato di tessuto gessato contenente gemelli argentati e un ferma-soldi abbinato, lavorato con il motto dell’uomo d’affari Always Be Closing – Concludi sempre l’affare! È il non plus ultra per una vita sessuale più soddisfacente per entrambi i partner.

“Se non ci sei dentro, NE SEI PROPRIO FUORI” – Gordon Gekko
“Era come iniettare adrenalina pura” – Jordan Belfort

domenica 23 novembre 2014

Fantasia senza respiro

Per anni rimandato a tempi migliori, ieri si è avverato un mio piccolo sogno. Mi è stato regalato uno squarcio di bellezza e di poesia. Non una sbavatura, non un'imperfezione. Incanto allo stato puro, dove non tutto per forza ha un senso, in una dimensione soprannaturale e immaginaria, senza limiti. Gesti, musica, paura, gioia, rischio, conclusione. La magia delle cose impossibili, gli esercizi in aria avvolti nei drappi di seta, salti, cerchi, suoni e luci, cambi di scena repentini, lacrime, risate. Le parole non descrivono. Lo stupore ferma il cuore, che poi riprende la sua strada fino all'emozione più grande (per me): una coppia di acrobati (è il termine giusto?) in equilibrio continuo e in continuo movimento, in verticale una sull'altro, poi in orizzontale, uno sull'altra, poi incredibilmente sospesi su se stessi, reciprocamente, con fatica immane e impercettibile per chi guarda... Le vera e sola metafora possibile dell'amore. 
Era il Cirque du Soleil, "Quidam".



giovedì 20 novembre 2014

Rosso di mattina

Stamani all'alba il cielo aveva colori meravigliosi: rosa, fucsia, lilla...e qualche ombra scura. Ho scattato la solita foto. Rosso di mattina, la pioggia è vicina, ho detto. Con questo stato d'animo mi sono vergognata di me stessa, del mio Paese, dell'Uomo. Hanno ragione i giudici della Cassazione: il disastro è prescritto. Gli omicidi no. Migliaia di morti e quanti ne ce ne saranno. Non è successo niente. Tutti sapevano, pochi hanno guadagnato impronunciabili somme di denaro, gli altri sono morti. Mi scusi, se può, signora C., mamma della amica S., falciata dal mesotelioma. Uccisa a sangue freddo dall'Eternit e dal signor Schmidheiny, che non vuole più "processi ingiustificati".
E mi scusino tutti quelli che non conosco, che hanno fatto la stessa fine. Non sono stata capace di impedirlo.


sabato 1 novembre 2014

Far fatica

Tutto 'sto silenzio è dovuto a diversi fattori. Sto zitta un po' perché sono intrappolata dalle incombenze, un po' perché mi sono dedicata alla mia passioncella, la fotografia, un po' perché assisto alle vicende di questo Paese e mi sembra di non avere più parole. O più voce.
Allora: a me i drogati mi irritano, a causa di quella vecchia storia che  quando "hai avuto tutto, e soprattutto hai avuto la salute, se il tutto lo butti via sei una merda" (eh, sì... ne ho vista troppa di gente a cui non è stata data nemmeno la possibilità del desiderio di drogarsi...). Però non accetto che lo Stato ammazzi di botte qualcuno, lo lasci morire di fame e poi dica che non sa chi è stato. Il fatto sussiste ecco. Non accetto che si pestino gli operai perché protestano contro un'azienda NON in crisi ma che li caccia nella miseria (questa degli operai pestati, poi... siamo tornati negli Anni '70, altro che cambiare verso. Mi bolle il sangue). Non accetto che si ignori colpevolmente un'evasione di 100 miliardi all'anno e poi si tolgano 50 euro ai pensionati che hanno versato 42 anni di contributi. Non accetto che si urli "chi non salta è musulmano" nell'indifferenza generale. Non accetto che si dica che la mafia aveva una sua morale, visto che ce l'ha ancora e inquina le istituzioni molto più dei terreni intorno a Brescia e il Venditore di materassi non ne parla mai. Non accetto che la "Minoranza del PD" resti nel PD perché "si cambia da dentro". Non accetto che a 50 anni, se sei licenziato finisci in mezzo a una strada, o fai le pulizie in nero, o chiedi i soldi a tuo padre per comprare le scarpe nuove a tuo figlio. Sempre se non ti impicchi in cantina. Non accetto che si faccia passare l'idea che se togli diritti crei lavoro: sono gli investimenti in cultura e ricerca che creano lavoro, non la libertà di licenziare "a pagamento" le persone! Non accetto che si neghi il diritto di contrarre matrimonio a due persone con la vagina o con il pene o con tutti e due. Non accetto che si divori il territorio con milioni di tonnellate di cemento, legalmente. E non accetto che non ci si ribelli al cemento, che si intasino i corsi d'acqua con i mobili vecchi e i copertoni, che si sversi la merda in mare, che elegga il SUV a carrozza, che si travolgano i deboli, che si premino i furbi, che non si stimoli la conoscenza, che si livelli tutto a pura sopravvivenza, che l'etica sia opinabile. 
In questo deserto di umanità, troppo spesso trasformato in habitat naturale, ecco, io faccio fatica.