Che bella
Londra... Mah, insomma. Londra intanto puzza. Puzzava anni fa e oggi puzza
ancora di più: di patatine fritte, di cibo, di piscio, di gas di scarico, di
acqua di fiume marcia, di immondizia, di sudore, di metropolitana, di merda di cavallo. Dicono
che tutte le città puzzano, più o meno così, ma non è vero. Forse in estate è peggio, non ne dubito.
Poi Londra non è
una città. È un intero mondo, in miniatura. E, in quanto tale, trovare il proprio
posto è complicato. Scatena una crisi di identità: chi sono, io? Perché per
sapere dove collocarsi bisogna sapere bene chi siamo. Andando per negazione,
non sono (se mai lo sono stata): giovane, araba, nera, cinese, punk, vecchia,
handicappata, senzatetto, miliardaria, studente, mendicante, manager,
tossicodipendente, musulmana, guida turistica, poliziotta, teenager, conducente
di autobus, nobile, omosessuale, insegnante, borseggiatrice o un'espressione qualsiasi
delle migliaia di categorie di persone (categoria, che brutta parola…) che si
spostano per le strade di Londra. Nel caos snervante di questa metropoli tutti
sono tutti e io non sono nessuno, quindi ho due possibilità: lasciarmi
galleggiare per il tempo che ci resto anch’io, oppure andare via.
Rimango,
spettatrice aliena, e capisco molto di più di me stessa in tre giorni che in
molti anni di vita.
Nessun commento:
Posta un commento