Bicocca

Bicocca
Fausto Melotti, La sequenza, Milano

mercoledì 12 agosto 2015

Screenshot # 06 - Seals

Non c'è scritto da nessuna parte, né ufficiale, per esempio in una qualsiasi delle inutili guide turistiche che giustamente non compra piu nessuno (pagine e pagine di Dove dormire e Dove mangiare, consigli di B&B o ristoranti inaccessibili per costi e disponibilità, ma qualcuno lo sa che sono tutte segnalazioni marchettare?), né ufficiosa, come i resoconti di viaggio postati su forum di ogni genere e di ogni attendibilità. Ma io non demordo e quindi appeno stringo amicizia con qualcuno, gliela meno con la storia delle foche: dove posso vederle? E così, con il passaparola, prima o poi ci arrivo. Non è proprio agevole, eh? Prima di tutto bisogna capire cosa dice l'interlocutore, che preso dalla smania di dare informazioni dettagliate, inorgoglito dalla richiesta, si lascia andare a indicazioni stradali assurde, con punti di riferimento ovviamente non interpretabili e tempistiche perlomeno approssimative. Poi c'è la difficoltà della guida a sinistra in passaggi rurali praticamente sterrati o con pendenza al 12%, unica carreggiata larga pochi centimetri più del Ducato. E infine il sentiero costiero, a picco su precipizi spaventosi, da cui sporgersi con binocolo e macchina fotografica con zoom montato che ciondolano nel vuoto... E scrutare. Ma ore e ore di cammino, di vento che sposta anche i sassi, di pioggerellina snervante, generalmente ripagano. Eccola laggiù, la testina nera a forma di L, periscopio lucido e animato: si guarda intorno e poi sparisce. Allora penso di averla sognata, miraggio patetico e infantile. E dopo qualche minuto, la vedo di nuovo. Sembra che mi cerchi, mi canzona, la furbetta. Una giravolta e giù, di nuovo. Allora no, è vero! Ci sono! Avevano ragione il ciccione di Polperro, e il giovanotto che gestiva quel campeggino con lo specchio dei bagni montato in una cornice di legno argentata, e persino la vecchina del Trust che mi voleva offrire il tè mentre mi faceva parcheggiare in verticale sopra Cape Cornwall ('sto viaggio mi ha messo un'ansia...). E anche l'escursionista un po' troppo alla mano che oggi mi ha detto che c'erano i "puppies", o così mi sembrava di aver capito. Mammamia, i piccoli, davvero! Dormivano, uno sulla sabbia di una caletta, gli altri galleggiando in verticale a pelo d'acqua, o sul fianco... Ogni tanto qualcuno si svegliava, guardava in su, e poi scivolava sotto il turchese della baia, e buonanotte. Impalata dall'emozione non volevo più saperne di tornare indietro, piccola foca anch'io, oppure enorne madre dal testone nero, che controlla a distanza il pisolino indolente dei suoi giovani siluri grigi.
Sono a posto, adesso. Dopo questo posso finalmente avviarmi con spirito pacificato nella finzione di re Artù, nella grotta di Merlino, a Wells, a Bath, a Londra, dove volete. Il mio place to be l'ho già trovato: si chiama Godrevy Point, dopo St Ives. Torno, torno. Un giorno torno.

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