Bicocca

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Fausto Melotti, La sequenza, Milano

martedì 4 marzo 2014

Sopravvivenza a forza di film


Il primo, A proposito di Davis. Allora: a parte la lentezza, la musica struggente, l'assenza di una trama vera e propria (l'hanno ammesso anche i fratelli Coen, "non avevamo una storia e ci abbiamo messo un gatto"), la luce cupa, a me è piaciuto. I dialoghi sono una pugnalata e la perfezione dell'impianto cinematografico è un conforto per la mente: esiste ancora chi lavora bene. è la poesia del perdente, di chi è sempre a un passo dalla svolta, e la svolta non c'è mai.
Il secondo, Dallas Buyers Club, è un inno alla libertà individuale: voglio decidere io come vivere (e morire). Matthew McConaughey e Jared Leto si sono presi l'Oscar, bravi tutti e due. La malattia ha molti alleati, soprattutto fra chi dovrebbe curarti. Muove una certa rabbia ma anche molta speranza, e molto coraggio. Qualche volta si può fare e spesso non si è soli.

2 commenti:

  1. è un gatto che fa la differenza; pochi squarci di luce nel film di coen ma la colonna sonora è fantastica, resta inchiodata nella mente come a cullare le cellule nervose

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  2. La musica ha cristallizzato gli sguardi, devo ammetterlo. Alla fine tutto era composto.

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