Se c'è una cosa che mi manca nella vita (oltre a parlare russo, volare, una casa a Varigotti, una madre vera e infinite altre, molte delle quali oramai impossibili), è suonare. Conoscere la musica, comprenderla, eseguirla. Lo dico con vero rammarico, perché nel tempo ho capito che è una delle pochissime soluzioni della vita, panacea di molti mali, estasi, ricovero, gloria, perfezione, essenza, principio di vita e/o di sopravvivenza). Solo la musica ha salvato qualcuno dai campi di concentramento, solo la musica ha reso tollerabile la follia di molti, solo la musica ha unito il mondo. La musa Euterpe accorre in aiuto di chi sembra non farcela più.
Quindi non c'è da stupirsi se un giovane ateniese, sulle rocce della collina di Filopappo, affacciato verso la sterminata sequenza di cubetti di cemento che si intestardiscono contro le avversità, suona il violino per i suoi amici. Mi sistemo alle sue spalle e tutto si acquieta, non me ne andrei mai, anche se il sole si abbassa, affaticato.
E il giorno dopo piango, senza riuscire a fermarmi, mentre una coppia intona vecchie ballate greche. Lei ha una voce indimenticabile, lui suona la chitarra, le fa il controcanto, la guarda, non si parlano ma si parlano dentro. Sono seduta su una panchina poco distante, a cui manca un'asse. Una canzone, poi un'altra e poi un'altra ancora e un'altra, è domenica mattina, alle pendici dell'Areopago, non si vede nessun altro, la stradina, in salita sotto gli ulivi, è silenziosa e deserta, illuminata dal sole fresco di primavera. E piango, piango, non riesco a fermarmi, un pianto per nulla disperato, che ha solo divelto il mio recinto emotivo. Resterei lì per sempre.
E poi lungo Apostolou Pavlou, che costeggia l'Agorà antica, mi lascio trascinare dalla passione di un altro ragazzo, che suona rapito "Smoke on the water" dei Deep Purple, la chitarra a tracolla. Lui è proprio in un altro posto. E in pochi minuti lo seguo, è il giorno di Natale, indossa una camicia a scacchi, non vede nemmeno chi gli molla i 20 centesimi nella custodia. Niente lacrime, stavolta. Gioia, gioia pura, canto anch'io, suona benissimo. Mi sento benissimo. Euterpe mi cinge. E mi salva.
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