Bicocca

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Fausto Melotti, La sequenza, Milano

sabato 31 gennaio 2015

Vita, morte e miracoli

Sala d'attesa di un ospedale, alle 7 di mattina, con tutta la mia paccottiglia per lavorare, computer, cellulare, prolunghe, stampe, pdf... La giornata si preannuncia lunga, devono assestare il mio babbo. Sono nervosa, abbiamo anche litigato e si sa... Al tavolo vicino al mio, si siedono una dottoressa e una signora, giovane, ma con i capelli corti e bianchi. Inizia una conversazione molto intima, io continuo a battere le dita sulla tastiera, testa bassa, ma le parole mi trafiggono. "Questo è un discorso difficile... lo faccio a lei perché ho capito che siete una famiglia con cui si può ragionare apertamente... Il nostro ospedale è in contatto con... vi offriamo la possibilità di donare... non deve decidere adesso... ne parli con i suoi cari... sa, si scatenano tante emozioni... il senso di colpa, ma anche la gioia di poter aiutare qualcuno... non si vedrà nulla (..?...)... ". Sollevo appena lo sguardo. La signora sorride, sembra sollevata, non c'è un velo di angoscia sul suo viso, non una lacrima. "Sono molto contenta, certo, mi sembra una cosa bellissima... ora sento cosa ne pensano gli altri, ma so già che la mamma sarà d'accordo...". Si alzano, l'imbarazzo è meno palpabile, come se la crosta di ghiaccio sopra il dolore si fosse un po' sciolta.
Sento l'alito della morte che volteggia sopra di me, satura l'aria, dà la stura ai miei ricordi, al mio lutto grumoso, sento la bocca farsi amara. Poi penso che anch'io vorrei donare tutto e con un sorriso cinico cerco nel mio corpo l'organo meno malandato da offrire al mercato. Boh... Gli occhi no, sono miope. Il fegato no, il cervello non ne parliamo, le ginocchia... oddio... il cuore! Il cuore è sano. Sano ma spezzato. Sorrido, non si regala un cuore spezzato nemmeno al peggior nemico. 
Guardo fuori dai finestroni, dal settimo piano, si è fatta luce, si vede tutta la città. Laggiù ci sono anche le montagne... Per un minuto sogno di nuotare in mare aperto, con il blu sotto... 
Alle 7 di sera vado a casa. Ho rimesso tutto via, il pc, la prolunga, il pdf, il cellulare, il mio babbo finalmente assestato che mi ha chiesto se hanno eletto il presidente della Repubblica, nel frattempo. No, ho risposto, domani. Ormai convergono tutti su Mattarella. Se ti dimettono in tempo, te lo guardi alla televisione. La signora con i capelli bianchi è ancora lì. Incrociamo i nostri sguardi, con un sorriso dolce. Buonanotte. Buonanotte.

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