Bicocca

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Fausto Melotti, La sequenza, Milano

sabato 1 novembre 2014

Far fatica

Tutto 'sto silenzio è dovuto a diversi fattori. Sto zitta un po' perché sono intrappolata dalle incombenze, un po' perché mi sono dedicata alla mia passioncella, la fotografia, un po' perché assisto alle vicende di questo Paese e mi sembra di non avere più parole. O più voce.
Allora: a me i drogati mi irritano, a causa di quella vecchia storia che  quando "hai avuto tutto, e soprattutto hai avuto la salute, se il tutto lo butti via sei una merda" (eh, sì... ne ho vista troppa di gente a cui non è stata data nemmeno la possibilità del desiderio di drogarsi...). Però non accetto che lo Stato ammazzi di botte qualcuno, lo lasci morire di fame e poi dica che non sa chi è stato. Il fatto sussiste ecco. Non accetto che si pestino gli operai perché protestano contro un'azienda NON in crisi ma che li caccia nella miseria (questa degli operai pestati, poi... siamo tornati negli Anni '70, altro che cambiare verso. Mi bolle il sangue). Non accetto che si ignori colpevolmente un'evasione di 100 miliardi all'anno e poi si tolgano 50 euro ai pensionati che hanno versato 42 anni di contributi. Non accetto che si urli "chi non salta è musulmano" nell'indifferenza generale. Non accetto che si dica che la mafia aveva una sua morale, visto che ce l'ha ancora e inquina le istituzioni molto più dei terreni intorno a Brescia e il Venditore di materassi non ne parla mai. Non accetto che la "Minoranza del PD" resti nel PD perché "si cambia da dentro". Non accetto che a 50 anni, se sei licenziato finisci in mezzo a una strada, o fai le pulizie in nero, o chiedi i soldi a tuo padre per comprare le scarpe nuove a tuo figlio. Sempre se non ti impicchi in cantina. Non accetto che si faccia passare l'idea che se togli diritti crei lavoro: sono gli investimenti in cultura e ricerca che creano lavoro, non la libertà di licenziare "a pagamento" le persone! Non accetto che si neghi il diritto di contrarre matrimonio a due persone con la vagina o con il pene o con tutti e due. Non accetto che si divori il territorio con milioni di tonnellate di cemento, legalmente. E non accetto che non ci si ribelli al cemento, che si intasino i corsi d'acqua con i mobili vecchi e i copertoni, che si sversi la merda in mare, che elegga il SUV a carrozza, che si travolgano i deboli, che si premino i furbi, che non si stimoli la conoscenza, che si livelli tutto a pura sopravvivenza, che l'etica sia opinabile. 
In questo deserto di umanità, troppo spesso trasformato in habitat naturale, ecco, io faccio fatica.  

1 commento:

  1. Moltissima fatica. Sono d'accordo su tutto. E ormai sembra quasi che manchino gli argomenti più che le forze per non arrendersi, per andare avanti. Anurca

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