Bicocca

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Fausto Melotti, La sequenza, Milano

giovedì 4 settembre 2014

Vergogna e gratitudine

E dunque il Consiglio di Stato ha con indegno ritardo sancito il diritto di Eluana Englaro a rinunciare alle terapie che la tenevano in stato vegetativo da un numero inammissibile di anni. Che qualcuno levi l'orrenda definizione di "assassino" a Beppino Englaro, uomo meraviglioso e inarrendevole, che ha amato sua figlia più di se stesso, camminando su strade di dolore e abnegazione. Che qualcuno senta la vergogna divorargli l'anima, che qualcuno lo ringrazi.

3 commenti:

  1. nessuno credo ahimè lo farà.....perchè bisogna passarci dal quella strada e se non ti capita non puoi sapere quanto dolore quanta impotenza quante assurdità ci sono tra i malati che vanno dalla minima coscienza allo stato vegetativo.....e dall'altra parte ahimè ahimè ahimè ci sono tanti tanti soldi, perché purtroppo è così, un 'vegetativo' rende......quanta inciviltà.
    anurca

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  2. speriamo solo che tutta questa dolorosa vicenda ci insegni qualcosa: oltre ad Eluana, sarà servito anche a noi solo se la nostra cosiddetta "società civile" saprà fare uno scatto in avanti... ma concordo con Anurca, troppi soldi girano intorno alle nostre disgrazie, in attesa, come avvoltoi!

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  3. Purtroppo è così, avete ragione. Io però credo che ci sia anche uno zoccolo duro di ideologia e ignoranza. Poi, quando capita... allora si diventa subito più sensibili.

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