Bicocca

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Fausto Melotti, La sequenza, Milano

giovedì 10 luglio 2014

Il nuovo che avanza

Mi sono resa conto che ormai il concetto di "blog" è obsoleto e perde sempre più consenso. Alcuni blogger che seguo, per esempio Matteo Bordone (www.freddynietzsche.com), non hanno pubblicato nulla per mesi interi, oppure hanno annunciato la chiusura del blog, spesso perché si sono "trasferiti" su Facebook, dove vige una comunicazione più rapida e immediata, spesso corredata da fotografie che rimandano a situazioni del momento, con riflessioni compattate in poche parole, o con semplici link a contenuti altrui. 
Bordone, per esempio, sostiene che un blog ha senso e funziona se è frequentato, se le persone lasciano un commento, se la platea è vasta e attiva. Addirittura si chiede se non sia il caso, il suo naturalmente, di farsi ospitare all'interno di una testata. Naturalmente io non ho la pretesa di una platea vasta e nemmeno attiva, forse modestamente mi accontento di chi ogni tanto si sente coinvolto o compreso o toccato o semplicemente guarda una mia foto e la trova bella. E lascia una riga. 
Per continuare a fruire dei pensieri e delle idee di persone che mi interessano
(l'obiettivo di un blogger dovrebbe essere la condivisione, credo), mi ero creata un profilo Facebook anonimo, che mi permetteva di accedere alle pagine che mi interessavano. Facebook me l'ha bloccato, obbligandomi a fornire copia di un mio documento (provvisto di foto) per verificare la mia identità, anche se non avevo mai postato nulla (quindi non si trattava di una censura di merito).

Ci ho pensato un po', poi mi sono creata un nuovo profilo vero, con tanto di nome e cognome. La scelta dell'anonimato era dettata dal desiderio di non essere rintracciabile senza fatica da persone che evidentemente non avevano avuto interesse a frequentarmi per anni e che, solo grazie alla disponibilità di un database, erano mosse dalla curiosità di contattarmi. In ogni modo, si può sempre non rispondere alle richieste di amicizia e non accedere al profilo. Chi mi cercasse in questo modo, non avrà risposta. Pace. 
Almeno potrò continuare a leggere chi mi interessa e se questo è il nuovo, che nuovo sia.
Resto invece fedele al mio piccolo Out of the box, perché credo che il tempo richiesto per immaginarlo e realizzarlo riesca a filtrare certe espressioni di avventatezza, certi impulsi un po' istintivi, e a scremare un po' di banalità: in ciascuno ce n'è una buona dose e, per quanto mi dolga ammetterlo, anche in me. Finché posso, scelgo ancora il vecchio stile. Sarà, ma secondo me a volte il nuovo che avanza, avanza male.



8 commenti:

  1. Ho letto il post di Bordone, sostanzialmente credo che in realtà abbia meno cose da raccontare o meno tempo per farlo. Ovviamente mai lo ammetterà. Spesso la brevità dei social è più facile da gestire e dà molte più soddisfazioni "pubbliche", cosa che evidentemente a lui interessa molto.
    Un blog, per quanto stupido possa essere, ti costringe a pensare alla forma e alla sostanza di quello che scrivi. Ti prende energie e non è detto sia seguito da migliaia di followers.
    Ecco.
    A me la sensazione intima di una scrittura per pochi piace.
    Non è il concetto di nuovo ad avanzare, ma la fretta dei nostri giorni e la smania di visibilità.
    Almeno, questo è quello che penso io.
    Ciao!

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  2. La pensiamo allo stesso modo, infatti scriviamo e ci leggiamo! La scrittura probabilmente non è per molti o per pochi, è un modo per esprimersi (a volte anche per far passare qualcosa... spero!). Confesso però che alcune brevi note - alcune, eh? - su Facebook mi tengono compagnia. Bordone, forse, fa anche un lavoro che lo sospinge necessariamente verso la notorietà. Io non ne ho bisogno. Tu, date le tue doti, invece, meriteresti una maggiore notorietà. Ciao e grazie di passare...

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  3. Ho un'avversione per il nuovo che avanza, segno dell'eta' probabilmente. Sono convinto che i social network impoveriscono il dialogo, facendo prevalere la quantita' degli scambi sulla loro qualita'. I blog, al contrario, sono spesso propositivi, stimolanti, curati ma, purtroppo, destinati a essere sempre meno seguiti.
    Dobbiamo resistere
    :-)
    massimolegnani

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  4. Infatti. Come diceva Fossati, "che bella compagnia".

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  5. io continuo a seguirti qui, però ti cerco anche su fb :-) Prisca

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    1. Io resto qui. FB serve per seguire gli altri! Ciao!

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  6. Continua. Mi piace molto quello che scrivi.

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  7. Grazie. Ci provo, finché ho cose da dire...

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