Bicocca

Bicocca
Fausto Melotti, La sequenza, Milano

giovedì 17 luglio 2014

Il pesce e le persone perbene

Due mesi fa ho perso le chiavi del lucchetto della catena della bicicletta. Sono andata al mercato a comprare la frutta e la verdura: ho legato la bici a un palo della luce, un po' distante, per non istigare al furto. Carica di sacchi e sacchetti, sono ripartita e, probabilmente, nel sistemare gli acquisti nei due cesti portapacchi, mi sono cadute le chiavi. Arrivata a a casa, mi sono accorta di non poter legare la bicicletta e mi sono molto stizzita con me stessa, per la poca attenzione. Il portachiavi è un pesce di cuoio ricoperto di perline, me l'ha portato dall'Africa una persona a me cara (e l'Africa è un suo antico sogno, quindi ha un doppio significato).
Sono tornata fino al palo della luce e, sul gradino del muretto che circonda un albero vicino, ho trovato il mio pesce con le chiavi. Una persona perbene l'aveva raccolto e appoggiato lì, in vista, se mai fossi tornata a cercarlo.

Oggi ho perso di nuovo le chiavi del lucchetto della bicicletta. Lungo la strada per andare a un appuntamento, mi è caduta la catena della bici (la poveretta, anche se giovane, è malandata, ha preso una brutta botta un mese fa e risente di un assetto ahimé raffazzonato!). Sotto il sole cocente l'ho ribaltata, ho rimontato la catena con le mani tutte sporche di grasso e sono ripartita, sbuffando. Arrivata a destinazione, le chiavi non erano come al solito nel cestino, dove pensavo di averle messe. Seconda arrabbiatura. Stavolta mi sono proprio incazzata, non si può vivere nelle nuvole in questo modo. E poi insieme a quelle del lucchetto ci sono le chiavi della cantina, del portone, di un'altra catena, della casella della posta... e poi il pesce, il mio pesce africano!!
Ho ripercorso tutto il (lungo) tragitto praticamente in contromano, scrutando ansiosa fra rotaie del tram e buche nell'asfalto, ma ovviamente non c'erano.
Sono tornata sconsolata nel punto dove mi ero improvvisata meccanico, sperando fossero lì per terra, ma niente da fare.
A pochi passi c'è un cinese che vende vestiti brutti e costosi con un camioncino. Stavo per rinunciare, quando mi sono detta "magari...". Ho chiesto se per caso...


Il cinese ha voluto che descrivessi il pesce di perline, e dentro di me si è mosso il mondo.
Un signore perbene aveva raccolto il mazzo di chiavi e gliel'aveva dato, in caso qualcuno lo reclamasse... L'ambulante è stato brusco e un po' antipatico, ma se ne può dedurre che:

1) il pesce (e chi mi l'ha dato) mi vuole bene, mi accompagna, non si stacca.
2) ci sono molte persone perbene, che non vediamo quasi mai, ma ci sono. Anzi, forse sono più le persone perbene che le altre; fanno meno rumore, tutto qua.



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