Bicocca

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Fausto Melotti, La sequenza, Milano

lunedì 6 gennaio 2014

La ragione di Euclide

Lo ammetto, non è farina del mio sacco, e per giunta è farina setacciata dal passato. 
Ma: si racconta che un giorno Euclide, dopo aver spiegato un teorema ai suoi allievi, si sentisse chiedere da uno di essi: "Cosa ne trarrò?". Euclide allora fece venire un servo e gli ordinò di dare una monetina al giovane, "visto che costui ha bisogno di trarre un guadagno da ciò che impara".
Ecco, sarà che sto diventando matura (o marcescente, se do retta ai cedimenti del mio corpo), sarà che lo scarto generazionale mi stende, sarà che io 'sti gggiovani non li stimo fratelli, sarà che negli anni 'Settanta volevamo cambiare il mondo e oggi vogliamo cambiare Paese (cit.), sarà che Serra con i suoi "Sdraiati" mi ha titillato il nervo scoperto, però a me sembra che Euclide avesse tanta ragione.


2 commenti:

  1. Parecchia. Oggi ascoltavo tre specializzandi parlare in cucina, del lavoro che adesso anche loro faticheranno a trovare. Uno diceva che forse accetterà un contratto privato in un ospedale cardiologico. Gli dico: bravo, imparare a fare la cardio ti servirà tutta la vita. Un'altra dice: sì, ma lì, insomma, non fanno i trapianti, non fanno l'ecmo… e assume aria schifata. Allora io le dico: vedi, comunque, quando tu passi di là e firmi tu e ti cachi in mano tu, è diverso. E comunque, se cerchi il posto perfetto, forse dovresti andare al Masschussewtts general Hospital: peccato che se forse, se tu fossi brava abbastanza, ora non saresti qui.

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  2. E che diamine! Ma correre un po', no?

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