Se fossi più costante, mi piacerebbe istituire una rubrica "Belle persone".
Inizio con questa.
Marco, giovane barista. Mi serve il caffè in un tristissimo bar di un tristissimo posto dove sono quasi costretta ad andare, durante le frequenti visite a una persona a me vicina. Nel tempo, in quel recinto di sofferenza sono successi molti episodi spiacevoli e non sempre il mio sarcasmo mi ha tenuta in piedi. Qualche volta ordinare il caffè lungo con il latte freddo a parte è stato un gesto eroico, collaterale al danno.
Marco mi ha sorriso sempre, ha giocato con me quand'ero cinica, ha taciuto quando non avevo voglia di scherzare, ha capito la mia pena, mi ha dato il vassoio quando era utile, mi ha servito al tavolo quando ero carica di borse e di pensieri.
Una mattina d'estate, poi, sfortunatamente ho proprio passato il segno. Quando il dolore trabocca, non c'è proprio niente da fare. E quella mattina d'estate, il caffè non me l'ha fatto pagare.
Ieri è di nuovo autunno. Non fa più caldo. Il caffè me l'ha preparato Mary, donna bellissima, egiziana, con figlia bellissima, croupier. Quando è arrivato Marco io ero ormai sulla porta, mi ha sorriso come al solito, e mi ha mandato un bacio con la mano, dal bancone. Posso ricominciare.
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