Non sono appassionata di
letteratura araba o mediorientale, lo ammetto. Lo sento un mondo distante da me
e, colpevolmente, non ne sono incuriosita più di tanto.
Sono flaccidamente adagiata sulla cultura occidentale, anche se capisco che sia un limite ecc. Però ho accolto la segnalazione di una mia amica, incappata per lavoro in Amara Lakhous, algerino che vive in Italia da molto tempo e scrive in italiano, con una passioncella per i nostri dialetti e una visione della realtà antropologica e filosofica
(è filosofo e antropologo, in effetti), sorridente e amara al tempo stesso.Niente di che, ma i suoi “Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio” e “Divorzio all’islamica a viale Marconi” mi sono piaciuti. Sarà che ho ritrovato in queste pagine l'universo del mio “civico 12” , alle cui palpitazioni assisto dal ballatoio si casa mia
(ne ho parlato qui e qui e qui). Sarà che mi piace una certa idea di convivenza,
fatta di odori e colori e pregiudizi e sorprese e sorrisi e rabbie e urla e volumi e piante
(a proposito, ormai al terzo piano c'è una serra!). Sarà che la lettura è snella
e confortante, non originale ma riflessiva, e quanto mai attuale. E poi ti conduce istintivamente dalla parte giusta, anche se non ne hai bisogno. Alla faccia di Salvini.
Sono flaccidamente adagiata sulla cultura occidentale, anche se capisco che sia un limite ecc. Però ho accolto la segnalazione di una mia amica, incappata per lavoro in Amara Lakhous, algerino che vive in Italia da molto tempo e scrive in italiano, con una passioncella per i nostri dialetti e una visione della realtà antropologica e filosofica
(è filosofo e antropologo, in effetti), sorridente e amara al tempo stesso.Niente di che, ma i suoi “Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio” e “Divorzio all’islamica a viale Marconi” mi sono piaciuti. Sarà che ho ritrovato in queste pagine l'universo del mio “civico 12” , alle cui palpitazioni assisto dal ballatoio si casa mia
(ne ho parlato qui e qui e qui). Sarà che mi piace una certa idea di convivenza,
fatta di odori e colori e pregiudizi e sorprese e sorrisi e rabbie e urla e volumi e piante
(a proposito, ormai al terzo piano c'è una serra!). Sarà che la lettura è snella
e confortante, non originale ma riflessiva, e quanto mai attuale. E poi ti conduce istintivamente dalla parte giusta, anche se non ne hai bisogno. Alla faccia di Salvini.
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