Bicocca

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Fausto Melotti, La sequenza, Milano

mercoledì 16 aprile 2014

Quello dal cuore urgente

È passato più di un anno. Il tempo necessario perché ne possa parlare senza piangere. Quando Enzo Jannacci è sceso dal tram, pioveva. La mattina dopo, mentre andavo a fare la spesa, ho fatto una deviazione per passare davanti alla clinica Columbus, per salutarlo. Era presto, un po' di gente della mia età e anche più vecchia arrivava con l'ombrello e i mazzi di fiori, l'anima sfatta, proprio come me, che invece mi sono fermata lì di fronte, in macchina, senza scendere. Quando ci penso sento il male che torna su, anche se non era una persona a me cara, nel senso comune. Ma era la mia unica piccola infanzia buona, il primo 45 giri che mi ha regalato mio papà, "Ho visto un re" e il sovversivo lato B, "Bobo Merenda" (meglio non raccontare, meglio). E poi "Vengo anch'io", cantata a squarciagola nei secoli dei secoli, e "Vincenzina e la fabbrica", e "L'Armando", e "Giovanni il telegrafista" (con quell'aggettivo bellissimo, "ellittico"), e poi lo strazio infinito di "Io e te". E di "Ti te se no".
No, riesco ancora a parlarne senza piangere. Ma glielo dovevo, 'sto pensiero.

Giovanni telegrafista, quello dal cuore urgente,
non disse parola, solo le rondini nere
senza la minima intenzione simbolica
si fermarono sul singhiozzo telegrafico
Alba è urgente.

6 commenti:

  1. già un anno! sei andata alla festa per l'intitolazione del dormitorio di viale Ortles? l'ho seguita alla radio, tra risate e magone. Prisca

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  2. L'ho seguita... ho cura del mio cuore. Grazie, Prisca!

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  3. Infatti così, proprio così, mi sentii pure quando Lucio Dalla all'improvviso scese dal tram.... ho fatto passare del tempo anch'io. Poi una mattina andando su un autobus inconsueto, in un luogo altrettanto, ho sentito l'impellente bisogno di riascoltare Futura. E allora con il cellulare, mettendomelo sull'orecchio (quello buono) come una volta si faceva con la radiolina per i risultati calcistici, l'ho ascoltata....i ragazzi stavano andando a scuola, al liceo, che belli i ragazzi del liceo, gli adulti (pochi e quasi tutti non italiani) al lavoro. Io avrei potuto girare all'infinito, lì su quell'autobus come una drogata alla ricerca della dose, io e il 'mio' Lucio.
    E il pezzo che cambia ritmo così tante volte. Come la vita. Devo scendere. Lento, lento....adesso batte più lento.........
    Grazie Lucio. Piccolo personale ridicolo omaggio. Anurca

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  4. ...che voglia di piangere ho

    massimolegnani

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  5. Sono le situazioni di contrabbando, quelle che fanno male. Quel genio di Paolo Conte....
    Grazie, ml.

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