Bicocca

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Fausto Melotti, La sequenza, Milano

sabato 5 aprile 2014

Il nuovo paradigma di Silvia

Silvia in poco tempo ha perso due cose: il lavoro e la mamma. Son due cose grandi, da perdere. Insieme, poi... 
Silvia ha poco più di 50 anni, è una donna in gamba, ha una famiglia, le idee chiare. 
Silvia era molto brava, al lavoro. Era una ricercatrice. Una di quelle su cui puoi contare, sveglia, precisa. Insieme a molti altri è stata buttata via, come una ciabatta che non serve più. Perché oggi funziona così e ormai sta diventando normale, e non ci stupiamo neanche più, perché questa stagione del mondo ha falsato ogni metro di giudizio, ha raso al suolo vite e dignità come un tornado. Si tira solo avanti, ed è già tanto.
Anche la mamma di Silvia era brava. Aveva superato tutto, "la guerra e l'inquinamento", poi è ridiventata figlia, come spesso accade, e Silvia l'ha accompagnata fino in fondo, come spesso accade.
Quando le sue giornate si sono svuotate, Silvia si è chiesta cosa fare. Ha deciso di applicare la sua capacità di sintesi per dare un senso alle macerie e non fissarle con il cuore devastato. Ha preso il suo nuovo tempo e l'ha consegnato alla LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, www.lilt.it), ha cambiato nome alla sua intelligenza e ha iniziato a dare una mano a chi si sente perso, a cercare e trovare competenza, dal basso, ogni martedì e poi di più, e poi insieme ad altre persone e poi e poi...
Mi ha detto che si "è presa una pausa" dalla vita precedente, che ora tutto rinasce in lei, che non sa se riuscirà a trovare un lavoro, che non si possono più fare programmi a lungo termine e questo è proprio vero; che lei può aspettare (per fortuna).
E per fortuna davvero qualcuno, mentre varca la porta dell'indicibile, la può incontrare, sorridente, e sentirsi meno solo.

4 commenti:

  1. "ha cambiato nome alla sua intelligenza"...magnifico raccontarlo così
    massimolegnani

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  2. Ci provo... Grazie di passare di qua.

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  3. Meno male che ci sono persone come lei, io davanti a malattie e morte sono un disastro. brava anche tu, che ci riporti questi stralci di umanità con tanta delicatezza. baci, Prisca

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