Bicocca

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Fausto Melotti, La sequenza, Milano

domenica 27 ottobre 2013

Il futuro e la buriana

Il signor D. è un cretino. Quando si parla di futuro, bisogna stare attenti.
Il futuro di chi? Il signor D. è in età avanzata, il suo futuro ha già un contorno. Forse per questo non sta attento a quello che dice. Il signor D. non ha figli suoi, ma "aiuta" i figli di sua moglie, che sono in età matura, e che hanno figli; e questi figli e figliocci e nipoti non avrebbero nemmeno un presente se il signor D. non li mantenesse. Quindi al signor D. il loro futuro dovrebbe interessare. Comunque, il futuro di questo Paese, oggi, non è un un pensiero bello. L'Electrolux vuole chiudere le quattro fabbriche in Italia (notizia di due giorni fa) ed è l'ultima, in ordine di tempo, della serie infinita di aziende ricche e famose che lasciano nella merda migliaia di persone. Forse il signor D., ieri mattina, quando parlava di futuro, non aveva ancora sentito dei sei milioni di disoccupati che non sanno da che parte voltarsi per comprare la carne o per pagare le spese del condominio. 

Forse il signor D., quando dice che "conosce un sacco di giovani che si sono sistemati bene in Italia", e che "la buriana sta passando", non conosce invece i 232 ricercatori di una famosa azienda di telecomunicazioni, che dopo sei mesi non si sono ancora "sistemati", né bene né male. Il signor D. dice che i figli di sua moglie "sono delle merde, mentalmente o psicologicamente". Fra quei 232 ricercatori non ci sono merde, lo so per certo. Ci sarà qualcuno meno brillante, qualcuno meno sgobbone, ma non ci sono delle merde. Il signor D. dovrebbe sapere che alcuni di loro hanno tolto i figli dalla scuola a tempo pieno perché non avevano più i soldi per pagare la mensa. Il signor D. non sa che avrebbero potuto essere 233, ma uno di loro è morto di infarto, a 51 anni. Dopo due anni di lotte, scioperi, presidi, manifestazioni, una notte il suo cuore è andato a riposarsi. Bam. Fermo. Per sempre. Neanche i suoi ragazzi sono delle merde, sono orfani, ma non sono delle merde. 
Il signor D. dice che non bisogna mandare i figli all'estero, perché le "cose vanno cambiate dall'interno". 
Il signor D. non capisce la metafora della madre eritrea che, per salvare i figli che voleva portare al sicuro in Europa, quando il barcone brucia e tutti finiscono in mare, li solleva fuori dall'acqua, e lei va a fondo. E dopo vanno a fondo anche i figli, se qualcuno non li prende.
Il signor D. non misura le parole, perché non ha figli suoi, mi è stato detto. 
Ma io conosco anche gente che non ha figli suoi e si offre di stringere le braccia di quelli ancora a galla, e magari li porta a riva.
Il signor D. è un cretino e io a volte sono stanca e stufa di ascoltare le opinioni dei cretini. Mi offendo (ancora!), mi indigno, prevale il peggio di me.
Forse non è mandando i figli all'estero che li si salva, forse le cose cambieranno, forse finalmente Berlusconi morirà, forse investiremo sulla cultura, forse useremo i soldi delle spese militari per creare lavoro, forse il merito diventerà l'unica discriminante, forse conquisteremo anche noi la nostra primavera, forse la buriana passerà. Aspetto da così tanto tempo che, quando parlo di futuro, chissà perché sono certa che non sia qua. 
E quando parla il signor D., devo imparare a guardare fuori dalla finestra e aspettare che finisca, proprio come la buriana.

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