Qualcosa mi turba leggendo oggi che quel signore pregiudicato vuole appellarsi alla Corte europea dei diritti umani e una bambina di soli quattro giorni, nata in mare nel sudiciume di un peschereccio, è approdata sulle coste di questo Paese svergognato. La sua mamma stremata l'ha scaricata su questa terra perché scampi al gas nervino, perché non si addormenti. In me affiora solo l'aggettivo "indecente".
(la Corte valuterà la richiesta di quel signore in coda alle altre già pervenute?)
Bicocca
mercoledì 28 agosto 2013
lunedì 26 agosto 2013
Km 158
Segnalo questo libro sulla base di sentimenti personali, ma condivisibili, credo, da molti.
Ne parla "L'Isola dei Cassaintegrati", un blog che ho visitato molte volte, con rabbia, con dolore, con disperazione.
Quando si parla di lavoro, occorre cautela. Grazie ad Alessandro Braga, che ha raccolto la storia di persone come tante. Alcune di queste, le conosco.
Al Km 158, in fondo, ho abitato anch'io.
http://www.isoladeicassintegrati.com/2013/08/14/km-158-la-lotta-dei-lavoratori-jabil-in-libreria/
Ne parla "L'Isola dei Cassaintegrati", un blog che ho visitato molte volte, con rabbia, con dolore, con disperazione.
Quando si parla di lavoro, occorre cautela. Grazie ad Alessandro Braga, che ha raccolto la storia di persone come tante. Alcune di queste, le conosco.
Al Km 158, in fondo, ho abitato anch'io.
http://www.isoladeicassintegrati.com/2013/08/14/km-158-la-lotta-dei-lavoratori-jabil-in-libreria/
sabato 24 agosto 2013
La pronipote di Lancillotto
Finisco anche a Troyes. Come Chrétien (de), quello di Lancillotto. A mezzogiorno e mezzo, ora sbagliata, passeggio fra le molte case a graticcio risparmiate dalla storia. La cittadina è graziosa, sembra di piombare all'improvviso nel Medioevo. I tetti nella minuscola Rouelle des Chats quasi si toccano, lassù in alto.
In centro, nella place Alexandre Israël, sento un applauso provenire dal municipio. Penso a un matrimonio e sbircio nell'obiettivo della macchina fotografica per scovare la sposa e bermi un po' della sua gioia, in barba alla luce accecante. Mi viene incontro una signora bionda in bicicletta, che si scusa per essere entrata nell'inquadratura con prepotenza: è ovviamente "desolée". Per farsi perdonare, mi costringe a salire al terzo piano della casa del Duecento, dalle pareti storte, dove ha sede il suo ufficio, in una banca. Mi arrampico e la seguo, e poi mi affaccio alla finestra promessa. Due scatti, per non sbagliare.
La signora dice che è la prima volta che permette a qualcuno di catturare una fotografia "unique". Mi parla di un ministro che è stato sindaco di Troyes, tutta gonfia di orgoglio e sostiene che i giornalisti affollano spesso la piazza, quando il politico è di passaggio, ma lei non li fa entrare, è gelosa della sua vista sulla piazza. Sinceramente della fotografia al municipio non me ne importa niente, anche se è "unica". Ma la signora è sorridente, entusiata; mi è parso che ci tenesse. Allora gliela pubblico, 'sta foto. Se l'è meritata.
In centro, nella place Alexandre Israël, sento un applauso provenire dal municipio. Penso a un matrimonio e sbircio nell'obiettivo della macchina fotografica per scovare la sposa e bermi un po' della sua gioia, in barba alla luce accecante. Mi viene incontro una signora bionda in bicicletta, che si scusa per essere entrata nell'inquadratura con prepotenza: è ovviamente "desolée". Per farsi perdonare, mi costringe a salire al terzo piano della casa del Duecento, dalle pareti storte, dove ha sede il suo ufficio, in una banca. Mi arrampico e la seguo, e poi mi affaccio alla finestra promessa. Due scatti, per non sbagliare.
La signora dice che è la prima volta che permette a qualcuno di catturare una fotografia "unique". Mi parla di un ministro che è stato sindaco di Troyes, tutta gonfia di orgoglio e sostiene che i giornalisti affollano spesso la piazza, quando il politico è di passaggio, ma lei non li fa entrare, è gelosa della sua vista sulla piazza. Sinceramente della fotografia al municipio non me ne importa niente, anche se è "unica". Ma la signora è sorridente, entusiata; mi è parso che ci tenesse. Allora gliela pubblico, 'sta foto. Se l'è meritata.
Un quarto di Pont l'Evêque
Rouen, mercato alimentare della domenica mattina. In coda per comprare una fetta enorme di Morbier, chiacchiero con la cliente dopo di me (ricca e colta, si vede da com'è vestita e dal marito gourmant che è dietro di lei) e la signora che vende dietro il banco. Ha licenziato la ragazza che la aiutava, "mangiava il formaggio e perdeva tempo...". La cliente compatisce la giovane lasciata a casa. Il faut aimer son travail, bisogna amare il proprio lavoro, dice. La formaggiaia è indignata: con questa disoccupazione, è vergognoso farsi licenziare perché non si vuole lavorare di domenica, si manca di rispetto a chi non ha di che sfamare i figli. Mi guardano entrambe, dopo aver magnificato il brebis fermier e avermi consigliato una toma che si conserva bene, vogliono sapere con chi sto. Non lo so. Forse sto con chi non ce la fa a sfamare i figli. Non è più ammesso non amare il proprio lavoro, se rinunci, offendi chi il lavoro lo sogna di notte. Scuoto la testa, resto su un generico "anche in Italia è dura, e stanno ammazzando lo stato sociale, la gente piange". Il pacchetto è pronto, pago. Sentirà, il Pont l'Evêque è eccezionale. Certamente, grazie. Bonne journée.
mercoledì 7 agosto 2013
A nord di tutto
Fedele al proposito di non comunicare nulla di idiota (nei limiti...), non scrivo niente.
Avrei una serie di temi da trattare: il "passo indietro", la "fine della larghe intese" (magari!!), la legalità, il voto anticipato, la vergogna di andare all'estero e dover giustificare perché uno condannato in via definitiva per una gigantesca evasione fiscale non è in prigione, come dovrebbe, ma urla e piange e ricatta e vuole la grazia... i social network, i messaggi personali dell'account sui social network, le statistiche (che mi attirano come una calamita!), la poesia, Emmanuel Carrère, gli elenchi che stilo continuamente, a proposito di tutto. Appunto.
Troppo caldo.
Vado a rinfrescare i pensieri.
Avrei una serie di temi da trattare: il "passo indietro", la "fine della larghe intese" (magari!!), la legalità, il voto anticipato, la vergogna di andare all'estero e dover giustificare perché uno condannato in via definitiva per una gigantesca evasione fiscale non è in prigione, come dovrebbe, ma urla e piange e ricatta e vuole la grazia... i social network, i messaggi personali dell'account sui social network, le statistiche (che mi attirano come una calamita!), la poesia, Emmanuel Carrère, gli elenchi che stilo continuamente, a proposito di tutto. Appunto.
Troppo caldo.
Vado a rinfrescare i pensieri.
venerdì 2 agosto 2013
Siamo tutti (ir)responsabili
Download with AllDebrid
Eh... insomma...Lasciamo la parola a chi se lo merita.
http://www.youtube.com/watch?v=gkrnK0igAP0
Grazie a N. per avermelo ricordato.
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