A margine del dibattito se Mondadori
debba o no acquistare RCS, sono moltissime le considerazioni che nascono e
popolano siti, blog e compagnia di giro.
Per esempio, Umberto Eco su Repubblica dedica più attenzione alla preoccupazione per il monopolio
dello Strega che non al problema del numero di lettori in Italia, che si sta
sempre più erodendo (in linea con il precipizio etico e culturale di questo
Paese). Sette italiani su dieci non leggono mai, preferendo evidentemente
trascorrere il proprio tempo su fb o in altre forme di ricreazione.
"Un gruppo talmente potente (Mondadori) è una minaccia per la libertà di
espressione. In termini di libero mercato è vero che spesso le concentrazioni
sono economicamente inevitabili, ma il sistema rimane sano quando si attua
ancora una concorrenza tra concentrazioni diverse. Ma quando esiste un gruppo
più potente di tutti è la libera concorrenza che entra in crisi", dice
Eco. Di parere contrario Busi, ma si sa, Busi è così.
Quello che mi stupisce è il silenzio di Eco e dei suoi sodali su Amazon e sulle sue politiche,
sul significato della lettura oggi, sulla diffusione (vertiginosa negli USA,
molto meno importante in Italia) del libro elettronico, sulla figura del
lettore che oggi è stato promosso ad autore e/o critico letterario, scalzando
l'intermediario editore/editor/critico. La
rivoluzione, per come la vedo io, sta nel fatto che il giudizio non si forma più
nella patria di chi "crea" ma in quella di chi "fruisce"
un'opera letteraria e questo cambia tutto lo scenario. Per esempio, il
proliferare di opere autopubblicate (e la qualità? è demandata solo al
passaparola?), o la strabordante pubblicazione di titoli illeggibili, anche di
autori conclamati ma sostenuti da un marketing al limite della decenza (vedi
il passaggio da Fazio ecc.), non meritano un'analisi un po' più approfondita, che affianchi il timore del monopolio editoriale?
Di quale monopolio stiamo parlando? Ed è l'unico? E poi, quanto incide il prezzo della fruibilità?
Segnalo questo intervento di Oliviero Ponte di Pino, per chi fosse
interessato. Che poi, di cultura si potrebbe anche mangiare. O no?
http://www.illibraio.it/le-quattro-grandi-guerre-dei-libri-183131/
http://www.illibraio.it/le-quattro-grandi-guerre-dei-libri-183131/