Bicocca

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Fausto Melotti, La sequenza, Milano

giovedì 9 ottobre 2014

Un "nose up" fa solo bene

Infine è arrivato anche l'8 ottobre. E l'inizio del mio corso di fotografia, che sostituisce con poco rimpianto quello di tedesco, quattro anni di fatiche, non pienamente ricompensate dall'apprendimento. Mi spiace. L'anno scorso è stato frustrante, compagni insopportabili
(ma davvero, eh? da sberloni!), livello forse troppo disomogeneo (il mio compagno F. ed io, sopravvissuti all'esame, arrancavamo di brutto). Abbiamo lasciato i nostri amici Molletta
(un giovanotto capellone con una molletta dorata in testa), Laromana (con quella parlata tremènda e fastidiosa), Mr. Ok (detto anche "Ja genau"), la Pensionata ingiustamente saccente ma molesta, l'Albanese e il Marito Schiavo (a me il marito era simpatico, però...) e tutte le brave figliole che parlavano tedesco benissimo e non si capisce perché venivano a rompere le balle a noi ignoranti alle otto di sera di giovedì, dopo una giornata di lavoro, sfatti eppure lì con il quadernino e il dizionario.


Quindi abbiamo cambiato aria. Sulla fotografia ho insistito io, perché è la mia passioncella.
F. mi ha seguito docile, "ché tanto gli interessa anche a lui".
Da bravi scolaretti ci siamo presentati in anticipo. Il corso lo tiene tale Gigi, un po' cazzaro ma simpatico. Ha un eloquio da osteria, ma sembra che ci capisca. Cioè, la sua visione della fotografia e la mia sono simili (anche l'eloquio, lo ammetto), quindi - per ora - mi vien voglia di preseguire. Ho guardato le sue cose e l'ho invidiato, e tanto. 

Il primo pippone di Gigi è stato sulla "fotografia come passione". Qui casca l'asino. Cioè l'asina, cioè io.
Tutte cose giuste, eh?
- La fotografia è un atto d'amore per l'immagine.
- La fotografia richiede intelligenza, sensibilità, tempo, dedizione, pazienza. Passione.
- La fotografia è per se stessi (non per gli altri).
- La fotografia deve parlare da sola.
- La fotografia è il nostro spazio libero mentale.
Se non hai tempo/dedizione/pazienza/sensibilità/intelligenza/passione, non provarci nemmeno.
Ho fatto la spunta. Qualcosa manca: il tempo, per esempio. 

Per un attimo sono precipitata nel baratro della rinuncia: il profilo frastagliato della mia sopravvivenza, sempre in bilico su tutto, mi concede il lusso di questa impostazione?
Vabbè, almeno ci provo. 
E poi sono belli, i suoi "nose up". Qualcosa ho già imparato.

martedì 30 settembre 2014

Incredibile

Non l'avrei mai detto. Sono d'accordo con D'Alema. Nella vita può veramente succedere di tutto.

lunedì 22 settembre 2014

Il gioco crudele dei libri preferiti

Raccolgo l'invito della mia amica Ilaria, etereo e poetico e ispirato Pesce volante (http://ilpescevolante.blogspot.it), che ringrazio, e mi cimento anch'io nella lista dei dieci libri che amo/ho amato di più.
L'elenco non è emotivamente né letterariamente corretto, comprende ciò che qui e oggi mi viene in mente; l'avessi scritto ieri (o lo scrivessi domani) forse sarebbe diverso... Diciamo che colgo il mio attimo, così. Restano fuori dei gran capolavori, perché in questo momento non ci sto pensando, e magari anche delle cazzate, che però mi hanno aiutato a vivere.
Ma per gli elenchi c'è sempre tempo. Soprattutto elenchi di libri.
L'ordine è casuale, ça va sans dire.

Pastorale americanaPhilip Roth
Il taccuino d'oro, Doris Lessing
Il club degli incorreggibili ottimisti, Jean-Michel Guenassia
Limonov, Emmanuel Carrère
Il nome della rosa, Umberto Eco
Delitto e castigo, Fëdor Dostoevskij
Il sole dei morenti, Jean-Claude Izzo
Che tu sia per me il coltello, David Grossman
Guerra e pace, Lev Tolstoj
Sabato, Ian McEwan

E mentre scrivevo questi, ho già cambiato tre titoli, e mi sono già rammaricata di averne lasciato fuori altri, e quelli fondanti della mia gioventù? E quelli degli anni belli? E Pessoa? E Dante, allora? E Montale (tutto)? E i francesi? E Steimbeck? E gli irlandesi? Ma come si fa... no, è un gioco crudele, questo. 


domenica 21 settembre 2014

Il circo rosso


C'è molto di istintivo e di personale nella mia passione per Marc Chagall.
Non credo di comprenderne davvero le ragioni, ma il mio cuore vibra e vola e sanguina davanti ai suoi colori e ai suoi simboli ricorrenti, all'anelito di libertà, al sogno, alla fuga, all'amore. Rincorro le sue tracce da tutta la vita, in ogni museo, in ogni città.
Un disegno, un quadro, una vetrata. E ancora mi commuovo, davanti al Circo rosso. (Milano, Palazzo Reale, fino all'1 febbraio 2015).



sabato 6 settembre 2014

Giorgio in attesa (3)

Le procedure sono sempre più complesse: occorre rifare un documento, produrre un'altra copia, aggiornare uno stato, cambiare i nomi di chi firma, tornare al consolato, tornare a farsi analizzare, giudicare, consigliare, rapinare ecc. Ma poi finalmente è tutto pronto e ballano sempre solo quei cinque giorni lì, prendere o lasciare. Subito, in fretta, all'improvviso, partire, prenotare, l'interprete, l'aereo, il viaggio. "La valigia!", mi dice il candidato padre, tutto ansioso. E io, stupida: "Che vuoi che sia, una valigia? Sbatti dentro due magliette...". Eh no. Intanto i giorni saranno tanti (un mese?) e poi, in valigia, ci vanno anche i vestiti di Giorgio. Perché Giorgio, questa volta (e metto tra parentesi uno scaramantico "se tutto va bene, ma andrà bene"), torna con i genitori, non più candidati, ma genitori veri. Insomma, forse davvero ci siamo. Ho chiesto relazioni minime e esclusivamente di genere organizzativo, ogni emozione è rimandata, adesso non si può. 
Intanto Giorgio aspetta. Chissà se in questi mesi ci ha pensato mai, a quei due là. Che gli han detto "torniamo" ma non si sono più visti. Chissà se le foto che gli hanno mandato le ha ricevute o se sono finite in un cassetto; in fondo, meglio non illudere. "La vita è un cimitero di illusioni, Marilla", diceva Anna dai capelli rossi. Che questa volta ci sorprenda?

giovedì 4 settembre 2014

Vergogna e gratitudine

E dunque il Consiglio di Stato ha con indegno ritardo sancito il diritto di Eluana Englaro a rinunciare alle terapie che la tenevano in stato vegetativo da un numero inammissibile di anni. Che qualcuno levi l'orrenda definizione di "assassino" a Beppino Englaro, uomo meraviglioso e inarrendevole, che ha amato sua figlia più di se stesso, camminando su strade di dolore e abnegazione. Che qualcuno senta la vergogna divorargli l'anima, che qualcuno lo ringrazi.